Come ci sarà finita una copia dei Ricordi di Marco Aurelio in un ospedale militare ucraino? Non che il suo autore fosse estraneo al contesto bellico, anzi. L’imperatore romano, nel secondo secolo d.C., scrisse i colloqui con se stesso (in greco Ta heis eautòn) tra una battaglia e l’altra, quando ai confini settentrionali premevano i barbari. Il suo regno fu devastato da carestie, guerre ed epidemie, che decimarono la popolazione dell’impero. Eppure, nel turbinio di eventi tanto luttuosi, riuscì a non smarrire il suo equilibrio, guidato dai dettami della filosofia stoica, di cui è considerato l’ultimo grande esponente. Nelle sue riflessioni ci trasmette quei dettami: la vera pace si può trovare solo nella propria interiorità, rendendosi imperturbabili ai rovesci della sorte grazie all’ausilio della ragione. Una ragione universale, di cui la ragione individuale è un frammento, pervade il cosmo e gli conferisce ordine. La ragione ci induce ad accettare anche la morte come un evento naturale, da affrontare senza cedere a passioni irrazionali, se vogliamo eliminare dalla nostra esistenza il dolore, cioè la reazione psicologica negativa a ciò che sfugge al nostro controllo. Un soldato ucraino – nome di attaglia Stojk – ha trovato negli insegnamenti di Marco Aurelio la forza per resistere alla paura, alla disperazione, al panico di fronte agli orrori della vita di trincea. Lo racconta al giornalista di PLATFOR.MA Jurij Marčenko, in un’intervista del primo luglio di quest’anno (https://www.platfor.ma/topic/filosof-u-bronezhyleti-yak-stoyitsyzm-daye-ukrayinskomu-voyinu-spokij-posered-vijny/). Arruolatosi volontario subito dopo l’invasione russa del 2022, senza alcuna preparazione militare, prima di entrare a far parte dell’unità droni dovette prestare servizio come mitragliere. Nella sua prima missione di combattimento, trovandosi inaspettatamente a soli quindici metri dalle postazioni russe, in una fredda notte di settembre nella regione di Kharkiv, si rese conto della necessità di gestire le proprie emozioni, pena la sopravvivenza. Inseguito e ferito a Bakhmut da un drone nemico, tratto in salvo dai compagni e trasportato all’ospedale, durante la degenza si imbatté per caso nei Ricordi di Marco Aurelio. Trovò così nella filosofia stoica non solo una spiegazione alle sue esigenze di controllo delle emozioni, ma anche un supporto pratico per soddisfarle. Un corso di tre mesi con il filosofo ucraino Oleksandr Poltajcev gli diede modo di approfondire la conoscenza di pensatori come Zenone, Seneca ed Epitteto e di scoprire nella ragione non solo conforto, ma anche protezione. Controllare le emozioni, anziché esserne controllati, non è solo un modo per eliminare la sofferenza psicologica e conseguire quella serenità d’animo che gli stoici definiscono felicità, ma anche una competenza essenziale per il soldato che non può permettersi di commettere errori. Tra un combattimento e l’altro, Stojk ha aperto un canale Telegram, che ora conta circa diecimila iscritti: nei suoi testi interpreta storie personali alla luce dello stoicismo, per offrire sostegno a chiunque ne abbia bisogno. Non si considera un soldato appassionato di filosofia, ma un filosofo costretto a combattere per difendere i suoi valori.
Agosto 2025
