La mia prima volta con i croissant di Lviv è stata in un chiosco vicino alla stazione di Odessa. Ci sono tornata spesso e quando, dopo l’invasione russa del 2022, da Odessa mi sono trasferita a Leopoli (Lviv in ucraino), ho apprezzato i numerosi locali di atmosfera della catena di Lviv Croissants, che dopo la sua nascita, nel 2015, si è rapidamente diffusa in tutta l’Ucraina e, dal 2022, anche in Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Francia e Stati Uniti. I croissant sono congelati e vengono infornati al momento dell’ordinazione. Sono molto più grandi della norma e si possono farcire con svariati ingredienti, sia dolci sia salati. I croissant dolci non sono forse così particolari rispetto a quelli a cui siamo abituati in Italia, ma contemplano accostamenti che per qualcuno di noi potrebbero risultare ostici. Abbastanza familiare quello con la crema al pistacchio, mentre quelli con cioccolato e banana o con marmellata di lampone e menta sono per palati più curiosi. C’è un tocco di italianità nella farcitura al mascarpone, abbinato a cacao e marmellata di amarena. Io prediligo però i croissant salati e spesso al momento della scelta mi sono sentita come il famoso asino di Buridano, indecisa al punto da rischiare la morte per fame. Gli ingredienti sono di varie nazionalità e danno così all’esperienza un sapore cosmopolita. C’è il formaggio ucraino korolivskyj, una specie di groviera, ma anche l’americano e ormai internazionale philadelphia. Tra le salse troviamo la Caesar, che prende il nome da un cuoco italiano emigrato in America (Cesare Cardini), e la georgiana Sazabeli, salsa agrodolce e piccante con pomodoro, aglio, peperoncino, prezzemolo, aneto, coriandolo e khmeli-sumeli, un misto di erbe essiccate del Caucaso. C’è il croissant alla giapponese, il Kurka Teriaki – con pollo, zenzero marinato, sesamo e salsa teriaki – e il croissant Kebab, il Cheeseburger e il Double Cheesburger (in cirillico scritti però con la curiosa trascrizione fonetica: Čisburger e Dabl Čisburger) . Oltre a pollo, uova e formaggio si possono scegliere salmone, aringa, tonno o vitello e, tra le verdure, non solo pomodori, funghi, cipolle e insalata, ma anche i cetrioli fermentati, comuni nell’alimentazione degli ucraini, da noi quasi sconosciuti. Si possono bere vari tipi di tè e di caffè, con e senza latte, acqua aromatizzata con limone e menta, frullati e “limonad” (più o meno la nostra cedrata). Nella lista delle bevande compaiono vari nomi italiani, un po’ storpiati per l’omissione delle doppie: capucino, ristreto, dopio, espreso, late. Il late non è semplicemente latte, ma latte macchiato. Speriamo che i croissant di Lviv arrivino anche a Milano!
Aprile 2025
