L’ultima fatica di Marjana Prokopovyč, storica traduttrice di opere letterarie dall’italiano all’ucraino, è il romanzo di Luigi Pirandello «I vecchie i giovani», da poco pubblicato a Leopoli dalla casa editrice Apriori. Uscito per la prima volta in volume nel 1913 e ambientato nella Sicilia post-unitaria, il romanzo narra le vicende di due generazioni a confronto: i vecchi, che hanno fatto il Risorgimento e ne vedono tramontare gli ideali patriottici; i giovani, animati da nuove aspirazioni di giustizia sociale. Sullo sfondo si dipanano le vicende storiche degli anni 1892-1894: lo scandalo della Banca Romana, che fa emergere la corruzione della classe dirigente; la repressione cruenta dei Fasci siciliani, un movimento spontaneo di operai, minatori e contadini che chiedono la distribuzione delle terre demaniali e protestano contro l’eccessiva pressione fiscale e il potere coercitivo dei ceti dominanti; lo scontro fra i clericali e i sostenitori del nuovo regime liberale. L’ironia pirandelliana stempera la tragicità di un epilogo che sancisce la sconfitta di entrambe le generazioni e la fine dell’utopia risorgimentale. La lettura dell’opera, a distanza di oltre un secolo, è senz’altro impegnativa per chi non ha dimestichezza con la storia dell’Italia risorgimentale e post-unitaria e, sempre vissuto in epoca di pace, fatica a prendere coscienza dei processi dolorosi che portano alla nascita di una nazione. Negli ucraini questa coscienza è più acuta, perché si trovano ancora nel vivo di quei processi. Perciò la scelta di tradurre «I vecchi e i giovani» sembra particolarmente azzeccata, per l’indubbia potenzialità di suscitare interesse, empatia e riflessioni, quindi il piacere della lettura. Vale la pena inoltre ricordare che la traduzione ha e ha sempre avuto in Ucraina un valore difficile da immaginare per un italiano. Come lingua nazionale del nuovo stato unitario noi abbiamo scelto, fra i tanti, il dialetto toscano, che già da secoli era la lingua prevalente nella tradizione letteraria. Anche a causa dell’alto tasso di analfabetismo, la lingua nazionale in Italia si è diffusa lentamente. L’ostacolo non è stata però la persistenza di lingue imposte durante le varie occupazioni da parte di potenze straniere, bensì la difficoltà di abbinare l’uso di un secondo dialetto (adottato ufficialmente come lingua nazionale) a quello usato nella regione di appartenenza. Un impulso determinante è stato fornito negli anni Cinquanta dalle trasmissioni televisive. Del tutto diversa la storia della lingua ucraina, parlata in una vastissima area geografica (a differenza dei molteplici dialetti italiani) e proibita nell scuole e negli eventi pubblici – più o meno ufficialmente – in epoca zarista,durante l’occupazione polacca e in età sovietica. Sono stati perseguitati. arrestati e uccisi poeti, intellettuali, artisti e traduttori che optavano per la lingua ucraina e contestavano le politiche di russificazione. Le traduzioni hanno contribuito e contribuiscono al rinnovamento, allo crescita e all’affermazione della lingua che gli ucraini hanno scelto come lingua nazionale, dopo aver scelto di essere una nazione indipendente.
Giugno 2025
